Ciao a tutti lettori!
Questo sarà un post un po’ diverso dal solito, perché non sarà una recensione bensì il racconto personale dell’ennesima rilettura di una trilogia che ho amato alla follia: The Infernal Devices meglio conosciuta come Shadowhunters – Le Origini (di cui, in precedenza, ha parlato anche Francesca – potete trovare il suo post qui).
Ho deciso di rileggere questi libri per ragioni che potrebbero apparire forse strambe ai vostri occhi: avevo bisogno di sentirmi al sicuro, coccolata in qualcosa che conoscevo benissimo e che sapevo già come andava a finire, di riprovare quelle sensazioni così familiari legate al ricordo che avevo di questi personaggi. Ed invece, contro ogni possibile previsione, questi libri hanno saputo sorprendermi di nuovo, dandomi non solo quella sensazione di tepore legata a qualcosa che si conosce nel profondo, ma anche tanti nuovi messaggi, emozioni, dettagli, che non ero ancora riuscita ad apprezzare prima nonostante le innumerevoli volte che ho letto questa trilogia.
Si riconfermano grandi amori, soprattutto per Will Herondale.
Will, un ragazzo che può essere identificato con la tempesta e non solo per via dei capelli scuri e spettinati e degli immensi occhi del colore plumbeo del cielo quando piove o delle viole del pensiero: Will è tempesta dentro, ama profondamente, crede senza remore,non è misurato, è febbricitante, è come un fuoco che brucia così ardentemente da sembrare che si consumerà troppo presto per darti effettivamente calore. E poi, ti sorprende e non è così: Will che ama gli stessi libri di Tessa, i libri che amo anche io, che parla per citazioni di Dickens, Shakespeare e Tennyson e che si esalta per la sifilide demoniaca. Will che non si arrende, che lotta per tutto, che lotta anche quando viene sconfitto. Will che non ama saggiamente ma irresponsabilmente, fino a distruggersi; Will fatto per essere un profondo segreto e un profondo mistero.
E poi Tessa, Tessa che dimostra a tutti, ma soprattutto a se stessa, che una donna può essere forte, indipendente e cambiare il suo stesso destino. Tessa che si strugge, che è divisa, spaccata in due: carne della mia carne ma cuore del suo cuore. La ragazza dagli immensi occhi grigi che inevitabilmente ti insegna che non c’è un solo tipo di amore, che l’amore è più grande di noi, piccoli esseri fatti di carne ed ossa, che spesso non sappiamo capirlo. Vediamo il sacrificio, le rinunce dietro cui l’amore si cela, senza riuscire quasi mai ad apprezzare l’immensa fortuna che abbiamo nel poter fare quei sacrifici, quelle rinunce a fronte di quell’immensa felicità (Qui Magnus Bane DOCET). Tessa che è una ragazza ad un bivio e che rischia, prende la strada più buia e tortuosa tutte le volte perché sa che l’aiuterà a trovare se stessa e a vincere la battaglia che tutti lottiamo contro il fato.
Jem che, ad un primo sguardo, può sembrare quasi banale, sicuramente non scialbo ma sembra non reggere il confronto con Will. Jem che viene sempre paragonato ad una piccola piccola fiamma costante, tiepida, sicura, ad un’ancora ferma in un mare tranquillo. Ma più leggi, rileggi e ad un certo punto ti ritrovi a pensare di aver travisato buona parte dell’indole di quel personaggio, quel ragazzo che ti sembrava troppo buono per essere un umano. Invece, è un umano e non in un senso meschino del termine. Sa essere travolgente, passionale, incosciente ma non è nella sua natura mostrarlo, quasi fosse troppo egoistico non dare solo il meglio, solo la bontà. Tuttora, però, mi sembra di avere ancora molto da scoprire di lui rispetto agli altri due protagonisti.
Quanto potrei dire su queste pagine, con quante parole, sorrisi, lacrime ed emozioni potrei descrivere questi libri. Mi commuovono, mi fanno ridere, mi fanno riflettere e lo fanno tutte le volte. A volte penso che forse sto solo maturando ed è per questo che assumono sempre nuovi significati: magari, prima non ero in grado di cogliere alcune sottigliezze. Ma penso siano davvero dei libri che sono stati in grado di influenzare me, il mio carattere e forse anche in parte il mio modo strambo di vedere il mondo, le relazioni, le amicizie e l’amore. Non è un dono che posseggono tutti i libri, non è qualcosa che tutti potrebbero fare. E’ speciale. E’ casa.
Questi sono i miei libri speciali. Qualsiasi sia il vostro libro (o libri!) preferito, rileggetelo. Riscopritelo. Godetevelo ancora una volta. E siate felici.
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1 pensiero su “Perché rileggere Shadowhunters – Le Origini è stata l’idea migliore del periodo”