E’ già febbraio e, dopo un mesetto abbondante di assenza dal blog, si torna a parlare di fumetti con cadenza regolare. Come articolo inaugurale della nuova stagione voglio parlarvi di “Aldo Manuzio”, un volume dedicato a un grande personaggio della storia senza il quale, molto probabilmente, il libro e l’editoria non sarebbero quelli che oggi conosciamo.
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
Tutto il volume é strutturato in modo da accompagnarci nella scoperta di questo importante personaggio storico che, purtroppo, é abbastanza sconosciuto ai più. Il racconto si articola su due piani temporali: uno moderno basato sulle vicende di un ragazzo di nome Luigi, e uno storico che invece ci racconta direttamente la storia di Aldo Manuzio. Luigi, originario di Bassiano (paese natale di Manuzio) capita a Venezia e conosce uno degli ultimi discendenti del suo compaesano. Questo signore, di nome Alfredo, gli mostrerà la vecchia residenza di Aldo a Venezia e gli illustrerà tutta la storia della vita del suo avo.
Trattandosi di una biografia, il soggetto ovviamante non é nulla di particolare. Da apprezzare sono le due linee narrative che cercano di rendere la trama differente da un mero elenco di fatti storici. Purtroppo però, secondo me, sono state fatte alcune scelte sbagliate in fase di sceneggiatura. Quando si lavora su un fumetto, lo spazio che si ha a disposizione é limitato e le informazioni da dare al lettore devono essere selezionate accuratamente, e sopratutto devono essere utili ai fini dello sviluppo della trama, anche nel caso di una “semplice” biografia.
In questo caso invece certe scene della vita di Aldo Manuzio (come, ad esempio, quella della morte dei genitori) sembrano proprio a sé stanti e non hanno impatto sul futuro della storia. Ulteriori esempi li possiamo trovare anche in altri punti un po’ confusionari, o nella linea temporale ambientata ai giorni nostri, ad esempio nella piccola storia d’amore tra Luigi e Caterina, che spariscono a metà albo e poi ricompaiono a fine storia… sposati.
I Disegni e l’Edizone
Anche sui disegni purtroppo ho qualche riserva. Njock utilizza un tratto veloce e impreciso, abbinato agli acquerelli. Personalmente questo stile non rientra nei miei gusti ma capisco che in certe opere possa funzionare. Il problema risiede nel fatto che in certi disegni (in particolare nei volti) ci sono delle incongruenze esagerate. Mi é piaciuto invece l’uso dell’acquerello che accentua la sensazione di leggere la memoria di qualcuno, imprecisa e quindi sfumata.
Solo complimenti invece per quanto riguarda l’edizione. Un cartonato veramente ben fatto, con rilegatura olandese, pagine di grammatura molto alta e carta di ottima qualità, non lucida e perfetta per la stampa a colori. Insomma, un volume di cui anche Aldo Manuzio in persona andrebbe fiero.
Gli Approfondimenti
Ora viene il pezzo forte, la postfazione a fine volume: abbiamo infatti 12 pagine di approfondimenti meravigliosamente scritti da Antonio Polselli. In questo breve spazio ci viene raccontato per quale ragione la figura di Aldo Manuzio é stata così importante. Le motivazioni sono innumerevoli: prima di tutto ha sempre spinto per diffondere i libri anche al popolo, facendo accedere a questo innovativo mezzo di comunicazione il maggior numero di persone possibili. Sempre in quest’ottica, ha introdotto il carattere corsivo e ha inventato il formato tascabile, riducendo drasticamente la dimensione dei volumi, aumentandone la maneggevolezza e diminuendone il costo. Inoltre ha sempre curato molto la qualità e la correttezza filologica delle sue edizioni, tanto che diventarono molto ricercate e simbolo di qualità. Da ultimo, ma non meno importante, ha inventato quello che oggi é il ruolo dell’editore, introducendo concetti importanti come tiratura, marchio tipografico, legatura e tanti altri.
Manuzio, personalità poliedrica, fu un serio precettore di corte, un valente insegnante di latino e greco, un eccellente grecista, uno scrupoloso grammatico, un talento filologico, un traduttore e divulgatore di opere greche e latine, un uomo di buon gusto letterario, un bravo stampatore, un illuminato editore e un dinamico imprenditore. Antonio Polselli
Una delle innovazioni che più mi ha incuriosito é stata l’introduzione della marca tipografica che aveva come scopo sia il riconoscimento dell’editore che la protezione dalla contraffazione. Un esempio di marchio tipografico che contraddistingue le edizioni aldine lo potete vedere qui a fianco. Di solito veniva riportato con la dicitura Festina lente (“affrettati con calma”).
Conclusione
Tiriamo le somme: se c’é da valutare il fumetto (inteso come la sola storia disegnata all’interno del volume), questo raggiunge la sufficienza, ma non tanto di più, per i motivi sopra elencati. Diverso invece é il giudizio finale sull’opera intera: il volume é stato patrocinato dal comune di Bassiano all’interno di un insieme di iniziative atte a diffondere la conoscenza della figura di questo personaggio storico. Se quindi consideriamo il fumetto unito all’approfondimento presente a fine volume, lo scopo dell’iniziativa é raggiunto: fornire una lettura tutto sommato piacevole e, allo stesso tempo, rendere omaggio a una figura storica molto importante che troppo spesso viene ignorata.
Con questo si conclude la prima recensione del nuovo anno. Se volete più informazioni riguardo la figura storica di Aldo Manuzio, vi segnalo l’esistenza del libro Aldo Manuzio: l’Ancora e il Delfino, scritto dallo stesso Antonio Polselli e pubblicato da Herald Editore. L’appuntamento é per la prossima settimana con un nuovo post, a presto!