Death Note è un manga scritto da Tsugumi Ōba e disegnato da Takeshi Obata, pubblicato in Giappone dalla Casa Editrice Shūeisha. In Italia è edito da Planet Manga, etichetta della Panini Comics.
Da esso hanno preso ispirazione numerose opere tra cui un anime di 37 episodi prodotto da Madhouse e diretto da Tetsurō Araki, in Italia trasmesso nel 2008 sul canale MTV. Ed è proprio sull’anime che verterà questo articolo.
Trama

La trama ruota attorno al Death Note, oggetto appartenente agli Shinigami ovvero gli dei della morte. Scrivendo un nome su questo quaderno, all’apparenza innocuo, la persona designata muore per attacco cardiaco. Nel caso vengano precisate le condizioni della morte essa avverrà nel modo indicato. Ad uno Shinigami il quaderno serve soltanto per sottrarre la vita agli esseri umani in modo da allungare la propria. È possibile farlo cadere nel mondo degli umani e chi lo raccoglie diventa automaticamente il legittimo proprietario.

Uno Shinigami di nome Ryuk, annoiato dalla vita monotona che conduce nel suo mondo, decide di lasciar cadere di proposito il quaderno in modo da affiancarsi all’umano e vedere cosa succede. Il predestinato sarà Light Yagami, uno studente all’ultimo anno del liceo molto intelligente, anch’egli annoiato e profondamente indignato per le ingiustizie e le crudeltà presenti nel mondo. Light capisce presto le potenzialità del quaderno e decide di usarlo per eliminare tutti i criminali, autoproclamandosi Dio di un Nuovo Mondo con il nome di Kira. Verrà contrastato da Elle, un detective molto astuto che cercherà di scoprire l’identità di Kira a tutti i costi.
Recensione
Non si tratta assolutamente di un anime per bambini, i temi trattati sono troppo impegnativi e non ci sono particolari scene d’azione. Si basa tutto sullo scontro tra Kira ed Elle, uno scontro mentale, psicologico, fatto di strategie e piccoli indizi.
Sono contrapposti i due modi di vedere la giustizia: quello di Kira/Light secondo il quale bisogna estirpare il male alla radice eliminando coloro che compiono reati e quello di Elle e delle forze dell’ordine, secondo cui Kira non sarebbe altro che un serial killer psicopatico che gioca a fare Dio.

Non è la classica lotta tra il bene e il male, qui questo concetto è molto più fumoso. Personalmente sono d’accordo con Elle, ma è impossibile non rimanere comunque affascinati dal personaggio di Light. Ritengo sia stato reso in modo perfetto: intelligente, astuto, privo di empatia, con un forte autocontrollo. La sfida con Elle lo diverte ed è affascinante assistere allo scontro di due menti così formidabili. Il bello dell’anime sono proprio i ragionamenti e gli scontri verbali, le tattiche usate da entrambi. È coinvolgente senza avere particolari momenti di azione. Lo scontro psicologico è semplicemente magistrale.
Light è uno psicopatico? Sì, senza dubbio. Non si fa scrupoli a manipolare le persone a suo piacimento, è disposto a tutto pur di veder realizzato il suo obiettivo anche fosse uccidere chiunque lo ostacoli con il Death Note, compresi i suoi famigliari. Senza pietà, senza rimorso, con una lucidità e una convinzione impressionanti. È perfetto per questo ruolo, senza nessuna sbavatura.
L’aspetto più intrigante della storia è la scelta di usare il punto di vista di Light, ovvero del cattivo. Una prospettiva diversa e veramente interessante, soprattutto vista la cura con cui è stato costruito il personaggio.
Lo sentiamo più volte affermare di essere il Dio di un Nuovo Mondo. L’anime è pieno di simbologia religiosa, a partire dalla mela rossa, il frutto del peccato, cibo preferito dallo Shinigami e palesemente associata al Death Note; Elle che lava i piedi a Light, come fece Gesù con Giuda; nella sigla iniziale viene mostrato il dipinto “La creazione di Adamo” dove Adamo è Light e Dio e lo Shinigami. Piccole chicche che un osservatore attento non può fare a meno di apprezzare.
L’unico difetto è che la seconda parte, ambientata 5 anni dopo, è leggermente sottotono rispetto alla prima, ma non ho comunque faticato a terminare l’anime.
Death Note è uscito ormai da diversi anni quindi in molti l’avranno già visto. Per chi non lo avesse fatto lo consiglio caldamente perché è avvincente e intrigante. Il finale prende una piega precisa, ci sarà un vincitore e un perdente e non avrebbe potuto essere diversamente.
Ad oggi è possibile la visione sul sito VVVVID, in modo gratuito e legale. Netflix sta girando il film live action americano, previsto per il 2017, diretto da Adam Wingard ed è interpretato da Nat Wolff (Light Turner). È la prima produzione occidentale basata sul celebre manga. Ritengo che il fatto che sia girato in America invece che in Giappone non sia un problema, è una storia che può essere facilmente ambientata in qualsiasi Paese industrializzato. Speriamo non si allontanino troppo dalla trama originale, tenendo conto della quantità di dettagli senza i quali non si avrebbe lo stesso effetto finale.
Visto ai tempi di MTV o forse pure prima sottotitolato (non ricordo più) e personalmente l’ho sempre trovato leggermente sopravvalutato. Sia chiaro, si tratta di una bella serie, in particolare come dici tu nella prima parte per poi perdere di mordente nella seconda e indubbiamente il merito va tutto allo scontro intellettuale tra Light/Kira e L. Quello che non ho mai apprezzato è la facilità con cui L arriva a certe soluzioni, le sue deduzioni arrivano con dei salti mortali che a volte sfiorano la chiaroveggenza e ciò a mio modo di vedere fa perdere di credibilità all’opera, nonostante sia intrisa di elementi fantasy come gli Shinigami e il Death Note stesso, ma L dovrebbe rappresentare la parte razionale, quella normale e ripeto, a volte le sue deduzioni erano troppo facili e mirate. Capisco anche che fosse per scelta narrativa ma avrei apprezzato una maggiore cura di questo aspetto.
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L’unico momento che mi ha lasciata perplessa è quando, all’inizio, L si convince che Kira sia Light, senza nessuna prova. Certo, è una persona molto intelligente e dotata di grande intuito. Una sorta di Sherlock. Però ritengo anch’io che avrebbero potuto rendere più realistica quella parte. Al momento non mi vengono in mente altri esempi e questo è positivo perché significa che non sono di particolare disturbo. Mi hai dato un motivo per riguardare la serie, questa volta con uno sguardo più critico!
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Ho in mente un bel rewatch di questo anime perchè è uno spettacolo e non lo vedo da un po’ 🙂
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